La pandemia sta cambiando profondamente le preferenze dei viaggiatori italiani e, di conseguenza, ridefinendo le tendenze future del settore del turismo e dell’hospitality.
Secondo una ricerca BVA Doxa la grande maggioranza (85%) di chi andrà in vacanza quest’estate rimarrà in Italia. La predisposizione a viaggiare all’estero, che a dicembre 2020 era del 31%, è oggi drasticamente calata anche a causa delle restrizioni sanitarie e dei timori legati al diffondersi della variante Delta. Un italiano su tre, in un contesto così incerto, si sente infatti più sicuro a rimanere entro i confini nazionali. Ma i timori per il Covid non sono l’unico motivo che spinge a preferire una vacanza più di prossimità: per il 26% dei connazionali viaggiare nel paese era una consuetudine consolidata già prima della pandemia, e il 53% lo fa per sostenere l’economia italiana nella ripartenza delle attività o perché crede che sia un’opportunità per conoscere il proprio Paese.
A partire quest’estate – secondo BVA Doxa - sarà complessivamente il 67% degli italiani. La pandemia ha da una parte, con i suoi mesi di restrizioni, stimolato il bisogno di spostarsi ed evadere, dall’altra, a causa delle prospettive ancora incerte sull’andamento dei contagi, ha condizionato la scelta e l’organizzazione delle vacanze stesse. Nel pianificarle, il 29% degli italiani prenderà in considerazione mete e periodi meno frequentati e il 21% prediligerà, all’interno dei confini nazionali, i luoghi più vicini a casa.
Resta comunque una percentuale significativa (23%) di italiani che non andrà in vacanza, e tra le motivazioni emerge soprattutto la paura per il rischio di contagio (43%), seguita dalla scelta di non organizzare un viaggio sotto condizioni restrittive che renderebbero meno piacevole l’esperienza (33%).
Nella scelta delle strutture ricettive la ricerca di situazioni meno soggette a contatti determina quest’anno una predilezione degli italiani per case private, di proprietà, in affitto o di parenti/amici (53%), mentre hotel/B&B e agriturismi sono la scelta rispettivamente del 37% e 22%. Sebbene la situazione del comparto alberghiero sia in miglioramento rispetto al 2020, la crisi non è ancora passata: secondo Federalberghi nei primi sei mesi del 2021 le presenze totali sono state 115 milioni in meno rispetto a quelle dello stesso periodo del 2019 (-67,3%).
Molti alberghi offrono però oggi livelli di sicurezza e servizi di assistenza superiori ad altre soluzioni ricettive. La divisione Hospitality di Strategica Group, che supporta oltre 300 strutture in Italia con piani su misura di gestione dei rischi e delle coperture assicurative, ha lavorato fin dai primi mesi della pandemia insieme ad albergatori e compagnie con l’obiettivo di garantire la sicurezza e il benessere degli ospiti. “Abbiamo analizzato e approfondito le esigenze dei clienti delle strutture ricettive, che sempre di più, in questi mesi di emergenza ed incertezza, hanno manifestato esigenze di consulenza, presidio e assistenza sanitaria per la propria persona. Richiedono la certezza di servizi e garanzie assicurative di protezione e sicurezza di elevato standing - spiega Enrico Guarnerio, CEO Strategica Group - Il risultato sono protocolli studiati nei minimi dettagli e coperture che assicurano un servizio completo, dalla consulenza all’invio di un medico, alla copertura delle spese mediche ospedaliere e al rimborso dell’eventuale prolungamento del soggiorno in caso di fermo sanitario. Le strutture con cui collaboriamo possono offrire un soggiorno sereno, sicuro e con livelli di assistenza d’eccellenza”.
Per approfondimenti sulla divisione Hospitality di Strategica Group visitate la pagina https://www.strategicagroup.com/it/industries/hospitality.html o scrivete a info@strategicagroup.com.