Le PMI italiane puntano sempre più sul welfare: secondo l’ultimo Rapporto Welfare Index PMI di Generali, presentato ad inizio dicembre, oltre il 68% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello base. Raddoppia inoltre rispetto alla prima rilevazione il numero di aziende con livello molto alto e alto, passando dal 10,3% del 2016 al 24,7% del 2022. L’incremento è dovuto in buona parte alla semplificazione delle normative e alle risorse pubbliche stanziate per la protezione sociale, che hanno incoraggiato le imprese, anche le più piccole, a impegnarsi a propria volta a sostegno delle famiglie.
Inoltre, come ha ricordato Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali: “Il welfare è un volano in grado di far crescere la produttività, grazie ad un migliore coinvolgimento dei lavoratori nei processi aziendali. […] Un coinvolgimento che quasi sempre è ripagato da una rinnovata dedizione alla mission aziendale in grado di aumentare efficienza e produttività. In quest’ottica, il welfare diventa un’opportunità per le aziende e per i suoi lavoratori e viceversa".
L’indice si basa su dieci aree di welfare aziendale. Quelle dove le imprese italiane sono più impegnate sono Sicurezza e condizioni lavorative (74% delle PMI con livello alto e molto alto), Welfare di comunità (66,5%), Diritti, diversità e inclusione (47,8%) e Formazione e sviluppo del capitale umano (40,6%). Gli ambiti di impatto sociale senza dubbio più importanti sono la promozione del lavoro e della mobilità sociale, la possibilità offerta ai giovani di raggiungere un’occupazione stabile, il sostegno ai diritti e alle pari opportunità per le donne lavoratrici.
Uno dei contributi più interessanti del rapporto è l’analisi dinamica della correlazione degli indici di welfare con i bilanci di un campione di circa 2.600 imprese nell’arco di tre anni (2019, 2020 e 2021) realizzata in collaborazione con Cerved. In questo periodo, segnato dalla pandemia Covid e dalla successiva ripresa, le imprese con un welfare più evoluto hanno ottenuto performance di produttività decisamente superiori alla media, crescendo molto più velocemente nei risultati economici e nell’occupazione. Nel 2021 l’utile sul fatturato delle aziende con livello di welfare molto alto è stato doppio rispetto a quello delle aziende a livello base: 6,7% contro 3,7%. E altrettanto grande è risultato il divario nel MOL (Margine Operativo Lordo) pro capite che misura la produttività per singolo addetto. Tra le imprese con livello molto alto di welfare aziendale l’indice di produttività MOL / fatturato è cresciuto da 9,4% nel 2019 a 11% nel 2021, rispetto a un incremento dello 0,2% tra le imprese ad un livello base di welfare. Anche gli indici di redditività seguono la stessa dinamica.
Per la prima volta l’analisi dimostra anche che il welfare aziendale è un fattore di resilienza. Lo studio, infatti, approfondisce anche la correlazione tra livelli di welfare aziendale e i risultati economici per cluster omogenei di imprese per impatto della crisi (2020) e intensità della ripresa (2021). In ognuno di questi cluster, le PMI con un welfare più evoluto hanno tenuto meglio nella pandemia e dimostrato maggiore slancio nella ripresa.