L’edizione 2021 del Global Risk Report aveva messo in guardia rispetto al concretizzarsi di rischi economici che sono poi diventati realtà. Tutti i paesi, con diverse tempistiche, stanno fronteggiando crisi delle supply chain, inflazione, debito, problematiche nel mercato del lavoro, protezionismi, disparità educative. Problemi impellenti che distolgono attenzione e risorse dalle sfide più a lungo termine, quali la transizione climatica, le vulnerabilità digitali, i movimenti migratori, la corsa allo Spazio. Ristabilire la fiducia e favorire la cooperazione all’interno e tra i paesi sarà fondamentale per affrontare queste sfide.
La 17° edizione del Global Risk Report, il documento redatto dal World Economic Forum che ogni anno individua i trend di rischio che guideranno i mesi successivi, prevede tensioni crescenti dovute alle strategie diverse che i paesi metteranno in atto sui temi chiave.
Sono sei, nello specifico, le direttrici lungo le quali si concentreranno le potenziali problematicità:
Nonostante lo shock pandemico sia stato parzialmente assorbito, l’espansione dell’economia mondiale è minacciata da alcuni fattori, come la crescita dei prezzi delle materie prime, l’inflazione e il debito accumulato negli ultimi anni. Inoltre, i disomogenei livelli di vaccinazione dei cittadini e di capacità di adattamento al contesto pandemico rischiano di porre i diversi paesi su traiettorie divergenti di crescita, rendendo più difficile la cooperazione internazionale. Le disparità sociali accresciute dalla pandemia, infine, rappresentano un ulteriore elemento di preoccupazione.
La transizione verso un’economia più sostenibile da un punto di vista ambientale è una delle sfide del nostro secolo. Tuttavia, un impegno scarso e scostante in tal senso rischia di amplificarne le problematicità. Se, da un lato, insistere nello sviluppo di settori inquinanti è una strategia costosa e inefficiente, è comunque vero che una riconversione improvvisa e non opportunamente gestita potrebbe comportare l’aggravarsi di disparità sociali.
La pandemia ha accelerato sensibilmente l’adozione di soluzioni digitali in ogni comparto della società. La transizione digitale, pur essendo fondamentale per aumentare la produttività e migliorare la qualità delle nostre vite, pone però dei rischi legati alla cybersecurity. Rischi intangibili – come la disinformazione, le frodi e gli attacchi informatici – che diventeranno sempre più diffusi e spingeranno imprese e organizzazioni ad affrontare nuovi costi per proteggersi e gestire i danni.
A livello mondiale, nel 2020 si son registrati più di 34 milioni di persone espatriate per via di guerre e conflitti, un record storico. Allo stesso tempo, però, gli effetti della pandemia, un crescente protezionismo politico-economico e nuove dinamiche nei mercati del lavoro hanno reso più difficoltosi i movimenti migratori. Questo irrigidimento rischia di provocare tensioni ai confini, strumentalizzazioni geopolitiche dei migranti e maggiori rischi e difficoltà per i migranti e i rifugiati. Infine, se da un lato le famiglie dei migranti rimaste nei paesi di origine potranno fare meno affidamento sulle rimesse, con crescenti difficoltà economiche, dall’altro i paesi di destinazione potrebbero avere difficoltà nel reperire specifiche professionalità sul mercato del lavoro interno.
Lo sfruttamento dello Spazio a fini commerciali è in rapida crescita. L’ingresso di nuovi attori nel business dei satelliti commerciali sta rivoluzionando alcuni mercati, come i servizi di comunicazione via internet. Questo rapido sviluppo del settore pone sfide di governance e, probabilmente, rende obsoleti gli attuali assetti regolamentari. Se non gestito, il fenomeno potrebbe accrescere alcuni rischi legati, per esempio, alle possibili collisioni tra satelliti. Un aspetto che non va sottovalutato e che potrebbe portare a rischi geopolitici, inoltre, è lo sfruttamento dello Spazio in chiave militare.
Dopo due anni di pandemia sono emersi chiaramente due aspetti fondamentali nella gestione del rischio pandemico. In primo luogo, si è dimostrata fondamentale la capacità di prendere decisioni rapidamente e di adattarsi proattivamente al mutare delle condizioni di contesto. Inoltre, è risultato importante preservare e alimentare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni con decisioni ben motivate e ben comunicate. Venir meno a tali principi può essere considerato un rischio rilevante.
Spostando l’orizzonte più in là, nel medio-lungo periodo (10 anni) i rischi più rilevanti saranno quelli di natura ambientale e sociale, che occupano rispettivamente cinque e tre dei primi dieci posti.