La pandemia ha cambiato la percezione del rischio delle aziende rispetto a molteplici fattori, rendendo concreti scenari e criticità che fino a poche settimane prima potevano apparire eventualità lontane.
Molto è cambiato: la globalizzazione economica ha mostrato le sue fragilità, le imprese hanno riscoperto il proprio valore sociale, impegnandosi verso le persone al proprio interno e verso la società. Altri temi, come l’interruzione di attività, il rischio cyber o le problematiche di gestione delle strutture produttive chiuse, hanno improvvisamente assunto un aspetto di concretezza.
“Le conseguenze economiche della pandemia hanno modificato il profilo di rischio delle aziende in tutto il mondo”, conferma Enrico Guarnerio, Presidente e CEO di Strategica Group, “un tema che si è palesato come sintomo di forte vulnerabilità è stato quello della globalizzazione delle filiere produttive e commerciali. Le chiusure, ma anche i differenti approcci normativi che ogni paese ha gestito secondo le proprie esigenze, hanno reso evidente come l’interdipendenza delle aziende possa essere un elemento di fragilità invece che di maggiore forza sul mercato. Per le imprese sarà necessario iniziare a ragionare su modelli di business e logiche di processo basate su nuove soluzioni operative”.
Il rischio di Business Continuity negli ultimi anni è sempre stato in cima alle classifiche dei rischi più temuti dalle imprese proprio per la facilità con cui l’attività aziendale può essere compromessa dalla mancata operatività, totale o parziale, dei fornitori e dei clienti. Dalle criticità della filiera derivano una serie di altri rischi importanti, in primis le responsabilità derivanti dalla potenziale riduzione dei livelli di qualità del prodotto, con conseguenti rischi di richieste di risarcimento o di richiamo per difettosità. “Il rischio Credito”, continua Guarnerio, “tocca tutti i settori, evidenziando problemi diffusi di esigibilità, ritardi, insolvenze, alle quali il mercato assicurativo sta faticando a dare risposte esaustive, se non adeguatamente preparate da strutture altamente tecniche, quali la nostra Divisione specialistica, che abbiano previsto a monte la costruzione di programmi di trasferimento di tipo assicurativo o di autofinanziamento”.
Nei mesi scorsi, le aziende con stabilimenti o attività all’estero hanno dovuto aggiornare i propri profili di rischio, fare i conti con normative locali nuove e molto differenti, adeguare le proprie coperture assicurative. “In un contesto molto incerto, Strategica già nelle prime settimane di pandemia ha messo a disposizione dei propri clienti la sua organizzazione internazionale e ha potuto fornire con rapidità precise indicazioni sulle disposizioni normative locali e sugli interventi che si rendevano necessari per ottemperare ai nuovi obblighi”, spiega Guarnerio.
Ma qualcosa è cambiato anche nel rapporto tra le imprese e il proprio personale. L’impatto del Covid ha aumentato l’attenzione delle aziende verso il principio di Duty of care, tema su cui le organizzazioni italiane si erano sempre mostrate piuttosto distaccate. Toccare con mano la fragilità umana ed essere potenzialmente responsabili per infortunio da contagio ha indirizzato i datori di lavoro verso soluzioni di welfare aziendale e maggiore presidio del rischio: “abbiamo riscontrato un aumento di interesse verso coperture che offrono una ulteriore protezione in caso contagio da Covid. Abbiamo anche supportato le aziende nell’adozione di nuovi protocolli di sicurezza, così come nell’estensione delle coperture delle responsabilità ricadenti sugli amministratori e sul personale direttivo (D&O)” afferma Piero Palmisano, Direttore Tecnico dell’Insurance Department.
L’adozione di queste soluzioni di protezione sta aprendo la strada alla sottoscrizione di ulteriori programmi assicurativi per i piani di welfare su temi quali i servizi sanitari integrativi, i rischi di infortuni, le malattie gravi, le coperture Long Term Care. “L’aspetto fondamentale per un piano di welfare di successo è che sia adeguato alle specifiche esigenze dei lavoratori dell’impresa”, prosegue Guarnerio, “è necessario partire con un confronto con la direzione e i rappresentanti dei lavoratori e con la definizione del budget che le aziende intendono destinare. Il compito di Strategica è di fare una sintesi propositiva delle istanze e di ricercare sul mercato assicurativo le soluzioni più in linea con le esigenze espresse, senza rivolgersi a pacchetti precostituiti ma personalizzando al massimo l’offerta”.
Articolo pubblicato su Il Sole 24Ore