Il concetto di “resilienza”, al centro di discussioni e riflessioni ormai da qualche anno, è stato ulteriormente posto sotto i riflettori dall’emergenza pandemica. Più frequenti sono gli eventi catastrofali, più profonda è l’interconnessione tra i sistemi, più sono complessi i rischi, e maggiore diventa la necessità delle organizzazioni di saper reagire rapidamente e adattarsi in modo fluido ai cambiamenti.
Ferma (la Federazione europea delle Associazioni di Risk e Insurance Manager) e la società di consulenza McKinsey hanno recentemente presentato il report “The role of Risk Management in Corporate Resilience”, che presenta le opinioni dei Risk/Insurance Manager e dei C level sulla gestione della resilienza aziendale post pandemia.
“Sapevamo già prima della pandemia che il Risk Management ha un ruolo fondamentale nello sviluppare la resilienza di un’azienda e nell’impedire che gli shock la destabilizzino – ha commentato il Presidente di Ferma Dirk Wegener – La pandemia lo ha dimostrato, e ci ha fornito dei dati su cui riflettere”.
Oltre il 90% degli intervistati ha affermato che la pandemia globale ha reso i temi del risk management e della resilienza più importanti per le proprie organizzazioni. Le aree di maggior intervento nell’ultimo anno sono state – non sorprendentemente – quella della sicurezza sul lavoro e del remote working, in cui oltre tre quarti delle aziende hanno ad oggi ultimato modifiche sostanziali. Si ferma invece al 26% la quota delle organizzazioni che ha finalizzato un ripensamento della gestione della supply chain, comunque avviata in un altro 42%. Un’azienda su tre ha modificato la propria strategia assicurativa e un ulteriore 35% ha pianificato di farlo, una decisione verosimilmente derivata dall’inasprimento del mercato assicurativo già cominciata alcuni mesi prima del sorgere della pandemia, e ulteriormente peggiorato da quest’ultima.
La maggior parte degli intervistati ritiene che le proprie aziende siano complessivamente resilienti, anche perché la strategicità di questo tema è cresciuta e solo il 13% dei Risk Manager non viene coinvolto nelle discussioni relative. Sui metodi c’è ancora da lavorare: oltre la metà (53%) delle imprese non utilizza scenari e stress test nei processi decisionali strategici.
Per misurare il livello di resilienza delle aziende, l’indagine ha utilizzato tre dimensioni: la rilevanza strategica della resilienza per l’organizzazione, la sua capacità di gestirla, e la misura del coinvolgimento delle funzioni di rischio. Le imprese ritengono che sia fondamentale sviluppare la resilienza soprattutto in ambito finanziario, operativo e digitale/tecnologico, meno nell’area organizzativa. Inoltre, la capacità di rispondere alle crisi e agli eventi disruptive viene considerata più importante rispetto alla capacità di previsione.
Guardando al futuro, quasi tre quarti degli intervistati ritengono sarà necessario lavorare soprattutto sullo sviluppo di una migliore cultura del rischio e sull’integrazione della resilienza nelle strategie aziendali. Meno prioritario, ma comunque fondamentale rispettivamente per il 49% e il 39% dei Risk Manager, sarà migliorare la propria interazione con il board aziendale e con i regolatori e gli stakeholder.