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I viaggi di lavoro riprendono, ma rimangono ad alto rischio

Quello del business travel è un settore che ha percorso nell’ultimo decennio trasformazioni importanti: il volume globale dei viaggi d’affari è quadruplicato rispetto al 2011, ma il comparto ha acquisito con la pandemia un livello di complessità inedito. Le normative in continua evoluzione e i maggiori rischi per la sicurezza e la salute fanno sì che oggi sia nove volte più probabile rispetto al passato dover affrontare una situazione di emergenza sanitaria che richiede un rimpatrio. Sono alcune delle principali evidenze di un recente report di International SOS.

Dal maggio 2011 il numero dei viaggi d’affari è cresciuto costantemente, registrando ogni mese un +10% negli spostamenti internazionali e un +13% in quelli nazionali. Secondo la IATA (International Air Transport Association) il numero di passeggeri nel 2022 sarà pari al 75% dei volumi pre pandemici, e la richiesta di viaggi locali tornerà al 93% dei volumi pre Covid. Allo stesso tempo, sarà quanto mai complesso assicurare la sicurezza e la salute dei viaggiatori. 

L’aumento delle probabilità che si renda necessario un intervento medico è dovuto agli impatti diretti e non della pandemia da Covid19 e alle restrizioni correlate (test, isolamento, quarantena). I tempi di gestione di queste emergenze poi sono notevolmente aumentati a causa della maggiore complessità nell’organizzare il trasporto logistico essenziale e nel garantire tutte le autorizzazioni necessarie per un rimpatrio extra paese.

A livello globale, il numero degli avvisi “ad elevata gravità” – cioè che avvertono i viaggiatori di rischi ad alto impatto quali episodi terroristici, disordini civili o eventi climatici estremi -  rilasciati da International SOS è aumentato dell’80% dal 2019 ad oggi, con una media attuale di 400 avvisi al mese. Il Covid19 ha provocato infatti un aggravamento anche delle minacce correlate a criminalità e disordini civili, perché ha assorbito gran parte delle risorse economiche e di personale di sicurezza dei singoli Paesi, e in molti casi ha accentuato preesistenti tensioni sociali. Questo, combinato con gli effetti del cambiamento climatico che portano a manifestazioni meteorologiche estreme sempre più frequenti, ha portato a un significativo aumento dei rischi di viaggio, con una prospettiva che non si limita al 2022.

Le complesse e mutevoli restrizioni agli spostamenti tra Paesi hanno comportato un forte carico di lavoro aggiuntivo per le aziende, che hanno dovuto porre maggiore attenzione all’affidabilità e tempestività delle fonti di informazione, e in molti casi coordinarsi con le forze dell’ordine locali. Con la ripresa dei viaggi, queste complessità sono rimaste, e ad esse si aggiunge un aggravamento dei profili di responsabilità dei datori di lavoro nei confronti dei dipendenti.

Una situazione che rende inadeguato l’approccio utilizzato negli ultimi anni, e che trova nella nuova ISO 31030:2021 – Gestione del rischio di viaggio uno standard internazionale che costituisce una preziosa guida per le aziende.