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Family Office: le nuove sfide nella gestione dei patrimoni

I Family Office (FOs) stanno affrontando uno scenario in forte evoluzione, ciononostante sempre più famiglie scelgono questa soluzione per la gestione del loro patrimonio. Pwc ha di recente pubblicato Family Office Survey 2021, l'indagine tra Family Office italiani (e della Svizzera italiana) giunta alla settima edizione. 

Le sfide che i Family Office italiani stanno affrontando sono molteplici: i tassi di interesse ai minimi storici stanno causando una perdita di fiducia nei confronti dell’asset class obbligazionaria, la quale non viene più vista come fonte di diversificazione del patrimonio, comportando così un conseguente ribilanciamento dell’asset allocation. D’altra parte, il private equity è destinato a ricoprire sempre più un ruolo da protagonista, anche per la natura imprenditoriale delle famiglie seguite dai Family Office che preferiscono avere un ruolo attivo nella gestione piuttosto che essere semplici beneficiari di rendita finanziaria. 

Queste le principali evidenze emerse dall’indagine (disponibile in versione integrale a questo link): 

Diversificazione rispetto al business familiare e necessità di monitorare il patrimonio complessivo tra le finalità principali dei FOs

I Family Office vengono istituiti con due principali obiettivi: monitorare gli asset al fine di prendere decisioni di investimento coerenti con gli obiettivi della famiglia (34%) e diversificare il patrimonio (29%). L’efficienza fiscale (10%), l’obiettivo di preservare la legacy (10%) e la privacy di famiglia (5%) sono obiettivi considerati secondari. 
Circa il 42% del patrimonio delle famiglie seguite dai FOs intervistati proviene dall’industria e dalla manifattura, seguono il settore immobiliare (11%) e il commercio (9%).

Cost pressure, la dimensione è la chiave per costituire un SFO

I costi di struttura dei SFOs risultano superiori rispetto a quelli dei MFOs. Mediamente i SFOs sostengono costi di struttura pari a 0,78% sugli asset in gestione, mentre i MFOs sostengono costi di struttura pari a circa lo 0,28% sull’AUM. La voce di costo più sostanziale risulta quella connessa al personale. Gli asset gestiti dai MFOs sono superiori: la maggior parte amministra un patrimonio complessivo oltre € 500 mln. Viceversa, la maggior parte dei SFO gestisce asset inferiori a € 250 mln.

Attività gestite internamente vs outsourcing 

L’88% dei Family Office svolge l’attività di investimento per le famiglie, dove gran parte delle mansioni viene svolta in house, mentre i servizi di consulenza generale sono dati spesso in outsourcing. Raramente l’attività di investimento viene del tutto delegata a terzi. L’attività di investimento risulta essere la più importante tra tutte le attività svolte dai Family Office internamente. In particolare, le scelte di asset allocation, la definizione della strategia di investimento, il monitoraggio del patrimonio e gli investimenti alternativi sono considerate le attività più importanti. Si ricorre all’outsourcing solo delle competenze più specialistiche o delle attività non ricorrenti, come i servizi professionali in ambito fiscale, legale e la consulenza sulla gestione di asset ad alto valore aggiunto (real assets).

Il Private Capital offre migliori opportunità rispetto ai Public Markets

Nei prossimi 12 mesi i Family Office prevedono di ridurre l’allocazione sulle obbligazioni dei paesi sviluppati andando ad incrementare l’esposizione verso la componente Private Capital sia diretta (investimenti diretti in società, co-investimenti e Club Deal) sia indiretta (principalmente Private Equity & Venture Capital).

L’Improvement tecnologico è la chiave per creare economie di scala e guardare al futuro

La dotazione tecnologica risulta indispensabile per i Family Office specialmente per le attività di monitoraggio, sia degli asset liquidi sia illiquidi, e per l’attività di asset aggregation del patrimonio.

Ancora indietro su Sustainable Investing e attività filantropica

ma i temi entrano nell’agenda dei FOs Italiani per il prossimo futuro. Il 42% dei Family Office intervistati non ha mai supportato iniziative in ambito filantropico e solo il 9% è coinvolta in modo ricorrente su base regolare. Le iniziative maggiormente supportate sono quelle della salute e della povertà.