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Dall'aumento delle tensioni sociopolitiche alle polizze SRCC

Siamo di fronte a “una crisi che si aggiunge a un’altra crisi”, come ha recentemente affermato Kristalina Georgieva, Direttrice Operativa del Fondo monetario internazionale (FMI) riferendosi agli impatti combinati della pandemia di Covid e della guerra in Ucraina. Annunciando un declassamento delle prospettive di crescita globale, ha dichiarato che l’aumento dell’inflazione è un "pericolo chiaro e presente" in molti paesi e che se non si interviene per rafforzare la sicurezza alimentare, "l'alternativa è terribile: più fame, più povertà e più disordini sociali, soprattutto per i Paesi che hanno lottato per sfuggire alla fragilità e ai conflitti per molti anni".

Gli effetti concreti si vedono già: negli ultimi mesi si sono verificate manifestazioni contro il rialzo del costo di carburanti e fertilizzanti a Lima, con conseguente imposizione di un coprifuoco, e in Sri Lanka è stato dichiarato lo stato di emergenza a seguito delle proteste per la crisi economica in cui versa il Paese. Secondo Verisk Maplecroft un aumento dei disordini civili sarà “inevitabile nelle principali economie emergenti, e avrà impatti a catena sulla stabilità politica e sulla fiducia degli investitori”. La società di consulenza ritiene che i Paesi a reddito medio siano i più vulnerabili, perché sono stati in grado di offrire protezione sociale durante la pandemia, ma ora avranno difficoltà a mantenere quel livello di spesa a causa dell’impennata del costo della vita.

Durante la pandemia di Covid, in tutto il mondo si sono svolte manifestazioni contro restrizioni e decreti. Sebbene possano essere considerate la risposta a una serie di eventi senza precedenti, queste proteste si sono svolte in un contesto di crescenti disordini civili a livello globale. La polarizzazione politica è aumentata negli anni successivi alla crisi finanziaria globale del 2008 e secondo il Global Peace Index manifestazioni, scioperi e rivolte sono cresciuti del 244% tra il 2011 e il 2019.

I danni economici sono stati significativi anche dal punto di vista assicurativo, come riporta AGCS in un recente articolo. Per fare qualche esempio: le mobilitazioni dei Gilet gialli in Francia nel 2018 hanno causato ai rivenditori e commercianti del Paese perdite per 1,1 miliardi di dollari; le manifestazioni contro l’aumento delle tariffe della metropolitana che si sono verificate nel 2019 in Cile hanno portato 3 miliardi di dollari di danni assicurati; negli USA si stima che le proteste del 2020 per la morte di George Floyd abbiano causato oltre 2 miliardi di dollari di perdite assicurate. 

Nella crescita delle tensioni politiche e sociali i social media hanno giocato un ruolo importante. La loro scarsa regolamentazione ha consentito alla disinformazione di diffondersi in modo incontrollato, dando spazio a chi voleva veicolare teorie del complotto o sfogare il proprio risentimento. Come si legge nel report di Verisk Maplecroft "le proteste hanno offuscato le alleanze tradizionali e unito intorno ad argomenti specifici persone di ogni provenienza economica e politica. La geografia non è più una barriera: quelli con opinioni simili sono stati in grado di condividere opinioni più facilmente e mobilitarsi in numero maggiore in modo più rapido ed efficace. In un mondo in cui la fiducia sia nel governo che nei media è fortemente diminuita, la disinformazione potrebbe prendere piede e le opinioni estremiste potrebbero essere intensificate e sfruttate”.

Le circostanze della crisi legata al Covid potrebbero essere state uniche, ma è probabile che l'influenza dei social media svolga un ruolo nell'alimentare disordini civili anche nel prossimo futuro. I disordini comportano il rischio di danni materiali a edifici e beni, interruzione dell'attività, perdita di attrazione. Gli obiettivi o le vittime potrebbero includere edifici governativi, infrastrutture di trasporto, catene di approvvigionamento, attività di vendita al dettaglio, imprese di proprietà straniera, centri di distribuzione di beni critici e attività turistiche o ricettive. Le aziende soggetto a questo aumento di rischio – continua l’articolo di AGCS – dovrebbero rivedere le proprie polizze assicurative e aggiornare i propri emergency plan. Le tradizionali polizze property in questi casi offrono una copertura parziale, mentre esistono polizze specialistiche per mitigare l'impatto di scioperi, rivolte e disordini civili (SRCC, Strikes Riots, Civil Commotions), di cui si comincia a registrare un aumento della diffusione, in ragione degli scenari in evoluzione sopra descritti.