Nei primi dieci mesi del 2022 le catastrofi naturali hanno provocato 115 miliardi di dollari di danni coperti dalle assicurazioni, molto al di sopra della media annuale di 81 miliardi di dollari registrata negli ultimi dieci anni. Gli eventi definiti “secondari” come inondazioni, frane e tempeste di grandine hanno causato danni assicurati per più di 50 miliardi di dollari, riconfermando il loro peso significativo sul totale delle perdite.
Secondo un'analisi di Swiss Re, le perdite totali registrate fino a ottobre nel 2022 incluso ammontano a 268 miliardi di dollari, una cifra inferiore del 12% rispetto al 2021 - quando si sono raggiunti i 303 miliardi di dollari di perdite - ma molto superiore alla media di 219 miliardi dell’ultimo decennio. Sui 268 miliardi di perdite, 122 riferiscono a danni assicurati, pari al 45% del totale, in leggero calo rispetto ai 130 miliardi di perdite assicurate dell'anno precedente.
Il dato, che negli ultimi due anni ha superato la quota dei 100 miliardi, conferma però una costante tendenza alla crescita, attestata negli ultimi decenni su una media annua del 5%.
Con un maggiore dettaglio, dei complessivi 268 miliardi di dollari di perdite catastrofali, 260 sono relativi a eventi naturali e 8 a eventi generati dall’uomo; guardando invece ai 122 miliardi di perdite assicurate sul totale, 115 miliardi sono riconducibili a disastri naturali e 7 a eventi causati dall’uomo; nel complesso il dato mostra un calo del 6% rispetto alle cifre del 2021, ma una netta crescita se raffrontato alla media del decennio (90 miliardi di perdite assicurate).
Tra gli eventi catastrofali che più hanno causato perdite economiche nel 2022 la compagnia di riassicurazione annovera in primo luogo l’uragano Ian, di categoria 4, che si è abbattuto a fine settembre sulle coste occidentali della Florida. La tempesta ha provocato danni a beni assicurati stimati - in via non definitiva - e tra i 50 e i 65 miliardi di dollari, cifre che ne fanno il secondo evento più grave (dietro l’uragano Katrina del 2005) tra quelli che hanno colpito territori costieri.
Nello scorso febbraio le tempeste che hanno colpito l'Europa hanno provocato perdite assicurate pari a oltre 3,7 miliardi di dollari, a questi casi si sommano tra gli altri le alluvioni in Australia e Sudafrica e le tempeste di grandine in Francia e Stati Uniti.
Secondo la nota di Swiss Re, l’incremento del valore delle perdite è determinato da una serie di fattori concomitanti, da identificare nella crescita dei beni assicurati – trend in aumento per il gap assicurativo tuttora esistente in molte aree –, nell’infittirsi di risorse economiche e di beni materiali nelle zone esposte a calamità, nell’aumento dei casi di fenomeni naturali estremi e nell’ultimo periodo anche nell’impatto dell’inflazione.
A conferma dell’incidenza delle perdite per singolo evento, il primo uragano che abbia causato un danno da 20 miliardi negli Stati Uniti fu Andrew, che colpì la Florida nel 1992, mentre negli ultimi sei anni gli eventi di questo tipo sono stati sette.
“Lo sviluppo urbano, l'accumulo di risorse economiche all’interno di aree a rischio di calamità, l'inflazione e i cambiamenti climatici sono tutti fattori che trasformano fenomeni meteorologici estremi in perdite sempre più elevate. Nel 2022 i fenomeni meteorologici estremi hanno causato ingenti perdite assicurate, sulla base di un rischio crescente in tutti i continenti”, ha commentato Martin Bertogg, Head of Catastrophe Perils di Swiss Re.