Homepage > Principale > NEWS > CFO: i rischi del 2021,…

CFO: i rischi del 2021, l’orizzonte del 2030

Il moltiplicarsi dei fattori di rischio che ha caratterizzato gli ultimi anni ha portato ad un innalzamento generale del livello di incertezza che le organizzazioni devono affrontare, e ha reso più complessa l’elaborazione di scenari. Dalle più recenti sfide nella gestione della pandemia al fenomeno della polarizzazione politica, i malcontenti sociali, le crisi economiche, l’evoluzione tecnologica e la pervasività della digitalizzazione, i mutamenti nel panorama geopolitico, i cambiamenti delle abitudini di consumo, il terrorismo, i movimenti migratori, le sfide del mondo del lavoro: sono tutti elementi di cui le organizzazioni devono e dovranno tenere conto nel processo di costruzione di una propria resilienza. 


In questo processo, il ruolo dei Chief Financial Officer a supporto dei board nel tracciare gli scenari di rischio e impostare le strategie di business è fondamentale. Protiviti e la NC State University hanno recentemente condotto un’indagine su oltre 1000 professionisti di tutto il mondo delineando le loro prospettive sull’impatto di trentasei specifici rischi nell’anno in corso e più a lungo termine, con orizzonte al 2030. Gli elementi considerati sono afferenti alle aree dei rischi macroeconomici, quelli che possono influire sulle opportunità di crescita delle aziende, strategici e operativi, potenzialmente impattanti sull’esecuzione delle strategie. 


Come prevedibile, nel breve termine il focus dei CFO rimarrà sugli aspetti operativi e finanziari, nell’ottica della gestione della pandemia e della preparazione ad un mondo post-pandemico. I dubbi inerenti l’efficacia e la durata delle misure di sostegno varate dai governi e l’impatto futuro dell’aumento del debito accumulato sono preoccupazioni condivise da tutte le aziende, indipendentemente dalle loro dimensioni e ubicazione, così come le incertezze sull’effettiva durata della pandemia. 


Questi fattori, correlati al Covid-19, centralizzano l’attenzione dei CFO, che comunque continuano a monitorare anche quei rischi meno immediati che potrebbero interferire con la capacità delle aziende di avere successo una volta che la pandemia sarà superata. Nello specifico, si parla dei rischi correlati all’adozione di nuove tecnologie, della resistenza culturale al cambiamento, che potrebbe scoraggiare le imprese dal modificare strategie e attività, e delle difficoltà nell’individuare e attrarre i giusti talenti. Preoccupazioni che erano al vertice prima della pandemia, e che sono state temporaneamente messe in secondo piano a beneficio di questioni più urgenti.   


Spostando l’orizzonte al 2030, l’attenzione dei responsabili finanziari si focalizza proprio sulle aree della trasformazione e delle risorse umane. La priorità è monitorare i rischi correlati all’adozione delle tecnologie digitali, e a seguire gli impatti dei possibili cambiamenti normativi, elemento perenne nelle classifiche dei rischi dal momento che la compliance è di fatto un obbligo, e impone pianificazione e fondi economici. Un esempio degli ultimi anni è l’ambito della privacy dei dati, e guardando al prossimo futuro le questioni ESG potrebbero seguire un iter analogo. Preoccupano anche le sfide del mercato, come l’introduzione di nuovi prodotti e servizi e la fidelizzazione dei clienti mentre le preferenze e le abitudini dei consumatori evolvono e si verificano importanti cambiamenti demografici. I CFO dovranno supportare le aziende anche nell’affrontare le sfide del mercato del lavoro, nel gestire il reimpiego delle risorse esistenti, nel promuovere la loro formazione, nello strutturare piani di successione, così come nell’individuare talenti per nuove professioni che nasceranno nel futuro. 


La complessità del panorama dei rischi, il suo continuo mutamento e l’aumento della percezione della magnitudo e della severità delle minacce stesse dovrebbero spingere le aziende a rivedere profondamente l’approccio con cui guardano ai rischi emergenti.